Definitivo è il contratto preliminare di compravendita che non reca indicazione circa la necessità delle parti di compiere ulteriori operazioni strumentali al trasferimento del bene.
La Corte d’Appello di Firenze qualifica quale definitivo e nullo il contratto preliminare sottoscritto tra le parti .
“Ai fini dell’interpretazione del contratto, l’esattezza o meno della qualificazione giuridica adottata dalle parti ricadente su un specifico istituto è di per sé irrilevante, giacché, nel dettare la disciplina del rapporto giuridico tra le stesse intercorrenti, ben possono, queste, commettere errori nell’uso di espressioni giuridiche, senza che i medesimi vengano ad assumere decisivo rilievo nella determinazione della loro effettiva e concreta volontà contrattuale” (Cass. 15 luglio 2003, n. 11068).
E’ proprio sulla scorta di tale principio che la Corte d’Appello di Firenze, con sent. n. 932/2016, ha statuito che le argomentazioni svolte dal giudice delle prime cure, in punto di qualificazione di una scrittura privata riportante nomen iuris “contratto preliminare” quale contratto definitivo di compravendita, fossero del tutto condivisibili.
Con la sentenza appellata (sent. n. 3670/2009), il Tribunale di Firenze aveva infatti ritenuto che, riportando l’atto oggetto della controversia la compiuta descrizione del bene ed essendo il prezzo della vendita del medesimo già stato integralmente versato, al negozio giuridico posto in essere tra le parti dovessero essere riconnessi gli effetti del definitivo trasferimento della proprietà.
Confermando tali statuizioni, la Corte d’Appello di Firenze ha, quindi, accertato la natura definitiva e dichiarato la nullità per assenza del certificato di destinazione urbanistica del “contratto preliminare” tra le parti sottoscritto, ritenendo che, al di là del tenore letterale, la volontà delle stesse fosse quella dell’immediato trasferimento della proprietà del bene.
